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Solo una settimana dopo che il presidente argentino ha ricevuto alla Casa Rosada i vertici della chiesa cattolica, la Conferenza Episcopale Argentina (CEA) ha pubblicato un durissimo giudizio sui primi cento giorni di Milei.

In pratica i vescovi accusano il governo di aver attuato un aggiustamento fiscale che ricade sulle spalle dei più vulnerabili e di essere insensibile alle sue conseguenze. Ritengono, inoltre, che la difficile situazione che milioni di persone stanno attraversando è ulteriormente aggravata dal clima di “altissima frattura sociale” che regna nel paese colpito dalla sua ennesima crisi economica.

“Siamo preoccupati che lo shock dell’aggiustamento sia caduto sul conto delle pensioni e delle pensioni contributive (a valori reali: -38,1% su base annua) che, per la sua grandezza, corrisponde a un terzo del taglio, provocando una gravissima diminuzione del reddito delle pensioni e delle prestazioni sanitarie e di disabilità. Mentre i benefici fiscali a favore delle grandi imprese continuano a non essere toccati, la diminuzione del deficit è stata ottenuta a spese dei lavoratori e dei pensionati”, si legge nel documento.

I vescovi avvertono che la contrazione dell’attività economica e, soprattutto, la paralisi dei lavori pubblici decretata da Milei, ha già causato la distruzione di 60.000 posti di lavoro. Il freno a questo settore mette a rischio “l’immediato futuro di 1.400 aziende e 200.000 posti di lavoro”, secondo il rapporto. L’industria automobilistica è tra le più colpite dal crollo diffuso del consumo e circa 20.000 licenziamenti sono stati registrati fino ad ora.

La CEA sottolinea che i tagli violano i diritti elementari come l’accesso all’istruzione, alla salute e persino al cibo. “La situazione nelle mense popolari è pressante a causa dell’aumento del numero di persone che partecipano e della mancanza di fornitura di cibo”, denuncia il testo. Circa cinque milioni di persone dipendono da queste mense per non morire di fame, ma il governo di Milei ha rallentato la consegna del cibo fino a controllare i conti delle organizzazioni che li gestiscono.

Il vertice della chiesa cattolica argentina accusa il governo di una “enorme insensibilità sociale” nelle misure di aggiustamento e mostra una grande preoccupazione per l’avanzata della “cultura dell’odio e dell’individualismo estremo”. Inoltre, chiede a Milei di evitare di governare per decreto e di farlo attraverso leggi discusse dal Congresso.