Lo scorso 22 agosto, la Camera Elettorale del Tribunale supremo di giustizia (TSJ) del Venezuela, ha convalidato i risultati ufficiali delle elezioni, che hanno dato la vittoria a Nicolás Maduro. Un risultato che è stato messo in discussione all’interno e all’esterno del paese, dato che l’opposizione sostiene che a vincere è stato il suo candidato Edmundo González Urrutia. Al fine di sostenere questa tesi, l’opposizione aveva provveduto a pubblicare in un sito web l’”83,5% dei verbali elettorali”.
Da parte del TSJ venezuelano la vittoria di Maduro era stata riconosciuta ufficialmente senza che fino ad ora il Consiglio nazionale elettorale abbia pubblicato i risultati disaggregati, come è del resto previsto dalla legge locale. La pubblicazione è stata richiesta da vari paesi, compresi, tra questi, Brasile e Colombia, i cui presidenti progressisti avevano normalizzato le relazioni diplomatiche con Caracas all’indomani delle loro elezioni.
Nella recente crisi venezuelana, Lula da Silva e Gustavo Petro si sono impegnati in uno sforzo di mediazione tra il regime chavista e l’opposizione. Nello sforzo di rimanere imparziali, non hanno riconosciuto la vittoria di nessuno dei due contendenti, mentre, anche in questi giorni, hanno insistito presso le autorità venezuelane affinché pubblichino i verbali elettorali.
In questo lungo braccio di ferro che ha diviso drammaticamente il paese, è giunta ieri la richiesta del Partito Comunista del Venezuela (PCV) di annullamento della sentenza della Camera Elettorale della Corte Suprema di Giustizia (TSJ) che ha convalidato la rielezione a presidente di Maduro. In un video pubblicato su X, il segretario generale del PCV, Óscar Figuera, ha spiegato che la sua formazione politica ha deciso di unirsi allo “sforzo collettivo di diverse organizzazioni e individui”, sfociato in un ricorso presentato mercoledì dall’ex candidato presidenziale dell’opposizione Enrique Márquez davanti alla Camera Costituzionale della Corte Suprema con l’obiettivo di ottenere la cancellazione della sentenza.
“Riteniamo che questa sentenza sia irrita, viola la Costituzione, viola le leggi e, inoltre, cerca di impedire al popolo venezuelano di conoscere i risultati delle elezioni del 28 luglio e, quindi, è un’azione che viola la sovranità popolare”, ha detto Figuera. Il quale ha anche aggiunto di sperare che la Camera Costituzionale “dichiari la nullità della sentenza”, oltre a “ordinare” al Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) di pubblicare i risultati disaggregati, al fine di eliminare “ogni ragionevole dubbio che esiste oggi”. “Speriamo che questa Camera faccia giustizia”, ha aggiunto il segretario comunista, che ha anche chiesto il rilascio di “tutti i cittadini che sono stati imprigionati” per “rivendicare i propri diritti e protestare”.