‭+39 348 1509472‬ claudio@madricardo.it

Due differenti sondaggi sulle elezioni presidenziali brasiliane. Il primo di Paraná Pesquisas, pubblicato ieri, assegna a Lula un’intenzione di voto del 40,2%, rispetto al 36,4% dell’attuale presidente. All’interno del margine di errore di 2,2 punti, i due sarebbero in parità tecnica. Dietro di loro Ciro Gomes (PDT, 7,3%), Simone Tebet (MDB, 4,1%), Soraya Thronicke (Unión Brasil, 0,6%), Pablo Marçal (Pros, 0,5%), Vera Lúcia (PSTU, 0,3%), Felipe D’Avila (Novo, 0,3%), Sofia Manzano (PCB, 0,1%), Roberto Jefferson (PTB, 0,1%). In caso di secondo turno, secondo il sondaggio di Paraná Pesquisas il leader del PT vincerebbe con il 47,3% dei voti, rispetto al 40,3% dell’attuale capo di stato.

Il secondo pubblicato lunedì dall’istituto demoscopico Ipec, riporta che l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva rimane il massimo favorito per vincere nelle elezioni presidenziali del 2 ottobre con un vantaggio di 13 punti percentuali su Bolsonaro. Lula è allo stesso 44% che aveva registrato nel precedente sondaggio pubblicato il 29 agosto, mentre Bolsonaro, che era stabile una settimana fa, è ora passato dal 32% al 31% delle intenzioni di voto.

Dietro l’ex sindacalista e il leader dell’estrema destra ci sono il laburista Ciro Gómes, il terzo candidato più votato nel 2018, ora con l’8% delle intenzioni di voto, e la senatrice Simone Tebet, del Movimento Democratico Brasiliano (MDB), il partito più tradizionale della centro-destra nel paese (4%). Ad un eventuale secondo turno, Lula è dato al 52% dell’intenzione di voto, due punti sopra il precedente sondaggio, mentre l’attuale presidente passa dal 36% al 35% delle intenzioni di voto.

Lula ieri in un messaggio che ha pubblicato sui suoi social network, apparentemente volto ad attirare il voto utile di coloro che sostengono altri candidati dell’opposizione, si è detto certo di essere eletto senza bisogno di un secondo turno, per il quale avrebbe bisogno di ottenere più della metà dei voti validi.  

“Non devo vergognarmi di cercare di vincere al primo turno. Se chi ha il 5% sogna di raggiungere il 40%, perché chi ha più del 40% non può sognare di avere un altro po’ e vincere al primo turno?”, si è chiesto l’ex presidente.