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La presidente del Perù, Dina Boluarte, ha annunciato lunedì, pochi minuti dopo la mezzanotte, che invierà al Congresso un disegno di legge per anticipare le elezioni generali ad aprile 2024, venendo incontro alla rivendicazione dei manifestanti che sono scesi in piazza negli ultimi due giorni per protestare contro l’arresto di Pedro Castillo in cui sono morte due persone. “La patria sta vivendo ore difficili, assumendo il mandato presidenziale ho sottolineato che il mio governo avrebbe cercato il dialogo, la comprensione e la concertazione e il consenso tra tutti e per tutti”, ha affermato Boluarte nel suo messaggio alla Nazione.

Nonostante la formazione del nuovo governo all’indomani del tentato auto golpe di Castillo, il paese continua a essere immerso nel suo solito caos politico. Nelle ultime ore, le proteste contro la presidente e la richiesta di nuove elezioni hanno provocato almeno due morti nel sud del paese. Mentre sono stati lanciati appelli a uno sciopero nazionale. Vista la situazione, il parlamento unicamerale peruviano, dominato dalla destra, ha dovuto sospendere la sua sessione questa domenica a causa degli incidenti e la violenza che non ha risparmiato la stessa assemblea dove si sono verificati scontri fisici tra i deputati del partito di sinistra Perú Libre e l’opposizione.

Le manifestazioni hanno interessato diverse città del nord e del sud andino con l’obiettivo di ottenere la liberazione dell’ex presidente Pedro Castillo e la convocazione di elezioni anticipate per eleggere un nuovo capo di stato. Migliaia di persone hanno sfilato per le strade di Cajamarca, Arequipa, Tacna, Andahuaylas, Huancayo, Cusco e Puno, secondo le immagini diffuse dalle stazioni televisive locali. Nelle proteste, almeno due persone sono morte, secondo il Coordinatore Nazionale dei Diritti Umani (CNDDHH). Vittime un adolescente di 15 anni e un giovane di 18. Entrambi sono morti ad Andahuaylas, una città del Sud dove le proteste hanno lasciato sedici civili e quattro poliziotti feriti in violenti scontri. Sia l’Organizzazione degli Stati Americani sia la Commissione interamericana dei diritti umani hanno condannato la repressione delle forze di sicurezza contro i manifestanti, pur ribadendo la necessità di un dialogo per risolvere la crisi politica. A tale proposito, Dina Boluarte ha annunciato la dichiarazione dello stato di emergenza nelle zone ad alto conflitto sociale. “Ho dato istruzioni per ristabilire pacificamente il controllo dell’ordine interno senza compromettere i diritti fondamentali dei cittadini. Mi dispiace profondamente per la morte di due compatrioti ad Andahuaylas, Apurímac, la mia terra. Esprimo le mie sentite condoglianze ai parenti”, ha detto la presidente della Repubblica.

Dal canto loro, i sindacati agrari e le organizzazioni contadine e indigene hanno annunciato uno “sciopero a tempo indeterminato” da martedì, chiedendo la libertà immediata di Castillo, lo scioglimento del Congresso, l’anticipo delle elezioni presidenziali e persino la stesura di una nuova Magna Carta che sostituisca la costituzione di Alberto Fujimori.

Pedro Castillo era stato arrestato mercoledì scorso dalla sua stessa scorta mentre andava all’ambasciata. Ora è detenuto e deve affrontare l’accusa di ribellione e cospirazione che gli è stata mossa dalla procura. Rischia una condanna da dieci a venti anni di carcere. Una volta sventato il tentativo di auto golpe, Dina Boluarte, fino ad allora vicepresidente, ha formato sabato un governo con un profilo indipendente e tecnico e con l’ex procuratore Pedro Angulo come primo ministro, non chiarendo se il suo voleva essere un governo di transizione o se intendeva rimanere fino al 2026. Anche se Boluarte venerdì non aveva escluso di indire elezioni anticipate in cerca di una via d’uscita pacifica dalla crisi politica, e ha esortato la popolazione alla calma. Tanto più che la richiesta di nuove elezioni si accompagna a un netto rifiuto del Congresso, che secondo i sondaggi di novembre,  è disapprovato dall’86% dei peruviani.

Nel frattempo, si infiamma la polemica riguardo la versione rilasciata dall’ex capo di gabinetto e dall’avvocato di Castillo secondo la quale l’ex presidente era drogato quando ha letto il messaggio in cui ha annunciato il suo fallito tentativo di colpo di stato. Il che spiegherebbe il repentino cambiamento intervenuto da parte sua nella tarda mattinata di mercoledì, quando ha fatto trasmettere dalla televisione il suo messaggio con cui scioglieva il parlamento, mentre era previsto che leggesse un discorso conciliatorio e di scuse davanti al Congresso che di sicuro gli avrebbe evitato la destituzione messa ai voti dall’assemblea legislativa. In una presunta lettera che avrebbe scritto in prigione, Castillo sostiene che un medico e infermiere “camuffati” e un procuratore “senza volto” (incappucciato) lo hanno “costretto” a prendere campioni di sangue venerdì e sabato. Secondo la lettera, egli avrebbe rifiutato di collaborare perché temeva per la sua sicurezza. Il presidente dell’Istituto di Medicina Legale, Francisco Brizuela, ha confermato che l’ex presidente “si rifiuta che gli venga preso  un campione di sangue e un campione di urina”, pertanto la perizia per stabilire se era drogato non avrebbe potuto essere fatta. Castillo ha anche rifiutato “una perizia psicologica e psichiatrica” ha aggiunto Brizuela.