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Grande successo della maggioranza progressista che governa da agosto la Colombia. Ieri la Camera dei Rappresentanti ha approvato il disegno di legge sulla “pace totale”. La decisione approvata con 125 voti a favore e 13 contrari garantisce una base giuridica  alle iniziative intraprese dal nuovo presidente Gustavo Petro relative ai negoziati con i gruppi armati e la loro sottomissione giudiziaria. Ora il testo dovrà essere conciliato con quello simile precedentemente approvato dal Senato e quindi promulgato dal presidente.

La “pace totale” diventa legge dello Stato e consentirà a Petro di proseguire nella sua politica che vuole mettere fine alle attività della trentina di gruppi attualmente ancora in armi nel paese. Al riguardo Petro sostiene di aver ricevuto lettere da quasi tutti i gruppi armati illegali in cui esprimono il loro desiderio di unirsi alla “pace totale”, anche se ha sottolineato che per il momento sono semplici missive e non sa quanto siano sincere.

Dopo l’approvazione della legge da parte della Camera, il ministro dell’Interno Alfonso Prada, ha detto che la nuova legge rappresenta  “un approfondimento della democrazia, della solidarietà, dell’inclusione, ma soprattutto l’inizio per mettere definitivamente fine al  bagno di sangue in cui siamo ancora immersi”.

Il processo di conciliazione dovrà risolvere i punti di disaccordo che i due rami del parlamento hanno espresso relativamente all’articolo che si riferisce al “servizio sociale per la pace”, l’alternativa che il governo ha proposto in sostituzione del servizio militare obbligatorio, approvato alla Camera ma respinto dal Senato.

Dal suo insediamento alla presidenza il 7 agosto, Petro ha accelerato la via della “pace totale”, un’ambiziosa scommessa con cui cerca di aprire tavoli di negoziato con i gruppi fuori legge che operano ancora nel paese. Il cui fine è il raggiungimento di un accordo sulla falsariga di quello raggiunto nel 2016 con le FARC, che includa una sorta di intesa legale o di sottomissione alla giustizia.

Fino ad ora la legge gli consentiva solo di riallacciare il dialogo con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), che riprenderà a novembre dopo la sospensione voluta dall’ex presidente Duque nel 2018, poiché i protocolli del negoziato erano già stati firmati dal governo di Juan Manuel Santos (2010-2018). L’approvazione del disegno di legge era una delle priorità della Camera dei deputati  controllata dal partito di governo per consentire a Petro di realizzare le promesse elettorali riguardanti la fine della stagione della violenza in Colombia.