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La Federazione degli allevatori colombiani è giunta ad un accordo con il governo di Gustavo Petro che prevede la vendita di tre milioni di ettari di terra dei cinquantacinque che sono di proprietà privata in diverse parti del paese. Si è quindi conclusa positivamente la trattativa condotta in gran segreto tra José Félix Lafaurie, presidente dell’associazione degli allevatori (Fedegan) e l’incaricato del presidente Gustavo Petro, Iván Cepeda, alla quale ha partecipato la ministra dell’Agricoltura Cecilia López.  

Gli ettari oggetto dell’accordo diventeranno proprietà del governo ad un prezzo ancora non stabilito poiché il valore varia molto a seconda della regione. E saranno pagati probabilmente con i fondi che il governo otterrà con l’approvazione del suo progetto di riforma tributaria che introduce un criterio di progressività e farà pagare di più la parte di popolazione colombiana più ricca. Con questo accordo Petro può portare avanti il suo progetto di riforma agraria e rispettare il primo punto dell’accordo con la ex guerriglia delle FARC. Disatteso dalla presidenza Duque.

Sorprendente è stata la dichiarazione di Lafaurie che guida un settore politicamente contrario all’attuale presidente, che ha detto che con questo atto che sarà firmato oggi nella Casa de Nariño, sede del capo dello Stato,  Petro  rispetta “l’accordo di pace e questo è fare democrazia”. Le terre saranno distribuite ai contadini che ora coltivano le foglie di coca, contribuendo in tal modo alla lotta contro la produzione di droga.

Il problema della terra è stato storicamente l’origine dei grandi conflitti in Colombia, dove le guerriglie degli anni Sessanta sono nate come conseguenza delle lotte contadine contro i grandi proprietari terrieri. Per difendersi contro le occupazioni delle terre i proprietari diedero vita a milizie che in seguito divennero gruppi paramilitari, alcuni dei quali si sono in seguito dedicati al traffico di droga.

La ministra Cecilia López  ha definito storico l’accordo, dichiarando che “ è un passo verso la pace totale e il compimento del primo punto dell’accordo dell’Avana”. L’accordo viene a pochi giorni da quello siglato con l’ultimo gruppo guerrigliero dell’ELN che prevede l’avvio di un negoziato di pace la prima settimana di novembre e mentre si è in attesa di un cessate il fuoco con l’altra trentina  di gruppi armati operanti nel Paese.