Circa 156 milioni di brasiliani sono chiamati al voto questa domenica per eleggere i membri della Camera bassa del Congresso, un terzo del Senato, i governatori e le assemblee legislative dei ventisette Stati della federazione, oltre al prossimo presidente che starà in carica per quattro anni.
Entrambi i candidati alla presidenza hanno mobilitato sabato migliaia di seguaci a San Paolo, la più grande città del Brasile. Lula ha guidato la “marcia della vittoria” a bordo di un furgone che ha percorso un’arteria vicino all’Avenida Paulista, teatro delle grandi manifestazioni nella megalopoli, accompagnato da migliaia di persone che hanno sventolato bandiere di organizzazioni sindacali, collettivi LGBTI, gruppi di neri e femministe, e del Partito dei Lavoratori.
A qualche chilometro di distanza, Bolsonaro ha partecipato alla carovana in moto fino al Parco Ibirapuera, il polmone verde di San Paolo, atteso da migliaia di simpatizzanti. Mentre altri suoi sostenitori, indossando magliette gialle e verdi e sventolando le bandiere del Brasile, lo applaudivano lungo la strada gridando “Lula ladro, il tuo posto è la prigione!”
Le due manifestazioni sono state rese possibili dalla legge elettorale brasiliana che vieta soltanto che siano pronunciati discorsi per chiedere voti un giorno prima delle elezioni. Ed entrambi i candidati ieri hanno rispettato la norma che vieta anche gli annunci radiofonici e televisivi da giovedì, ma permette ai contendenti di partecipare ad eventi. Anche la distribuzione di materiale elettorale è consentita fino a sabato sera.
Secondo il sondaggio dell’Istituto IPeC pubblicato ieri Lula ha il 51% dei voti validi, e registra un punto in meno rispetto a lunedì scorso. Mentre Jair Bolsonaro sale di tre punti e si attesta al 37%.
Un secondo sondaggio di Datafolha attribuisce a Lula il 50% dei voti validi senza variazione rispetto alla rilevazione precedente. Invariato anche Bolsonaro che avrebbe il 36%.
Secondo la legge elettorale brasiliana, viene eletto al primo turno il candidato che ottiene più della metà dei voti validi, esclusi bianchi e nulli. Se nessuno dei candidati ottiene questo risultato, si va al ballottaggio, il 30 ottobre. In questa situazione, la vittoria di Lula al primo turno non è garantita perché entrambi i sondaggi hanno un margine di errore di due punti percentuali, quindi la sua intenzione di voto potrebbe variare dal 48% al 53%.
In Brasile il voto è obbligatorio, ma la possibilità che la partita possa chiudersi oggi dipende anche dal numero degli astenuti poiché Lula può essere danneggiato da un alto tasso di astensione. Da qui il suo appello agli elettori: “Domenica andate al mare, ma prima votate”. E il suo impegno negli ultimi giorni della campagna a cercare il “voto utile”, cioè il sostegno degli elettori di altri candidati che non vogliono sprecare il loro voto a favore di un perdente.
Anche Bolsonaro ha rivolto la sua attenzione agli elettori di altri candidati con lo scopo di ridurre lo svantaggio che lo separa da Lula e di andare al secondo turno tra quattro settimane, sperando di poter in questo periodo ribaltare la situazione. Secondo IPeC la strategia di Bolsonaro avrebbe avuto successo, dato il miglioramento di tre punti rispetto al sondaggio precedente, al contrario di quella di Lula.
I due maggiori candidati alla presidenza hanno cercato di portare via voti al laburista Ciro Gomes, che nei sondaggi è al 5% dei voti validi sia per IPeC che per Datafolha. E di Simone Tebet, candidata per il Movimento Democratico Brasiliano (MDB), la più grande forza di centro. IPeC la attesta al 5% e Datafolha al 6% dei voti validi, collocandola per la prima volta al terzo posto delle preferenze al posto di Ciro Gomes.
In caso si dovesse ricorrere al ballottaggio, per i due istituti demoscopici Lula uscirebbe vincitore con un vantaggio tra i 15 e i 16 punti percentuali rispetto a Bolsonaro. Più precisamente, per Datafolha Lula vincerebbe con il 54% dei voti validi, senza variazione rispetto al sondaggio pubblicato giovedì scorso, e Bolsonaro otterrebbe il 38%, un punto percentuale in meno rispetto al sondaggio precedente.
Mentre IPeC assegna a Lula il 52% dei voti validi, con un calo di due punti rispetto al sondaggio precedente, e a Bolsonaro il 37% , ovvero due punti percentuali in più.