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Un uomo ha cercato di uccidere ieri sera poco dopo le 21 a Buenos Aires la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner, ma l’arma che le ha puntato alla testa non ha funzionato. L’immagine dell’uomo che mira a brevissima distanza al volto di Kirchner è stata trasmessa da diversi canali TV, e mostra il momento in cui un soggetto con una pistola punta a Kirchner quando arriva alla sua residenza nel quartiere di Recoleta dopo una sessione al Senato. Nelle immagini sembra che l’individuo stringa il grilletto senza che l’arma funzioni.

L’autore del tentato omicidio è il trentacinquenne brasiliano Fernando Sabag Montiel  che si è avvicinato a pochi centimetri da Cristina quando stava tornando a casa sua. Secondo fonti della polizia, era già stato arrestato dalla polizia nel marzo 2021 mentre portava un coltello. L’episodio è avvenuto nel mezzo di una crescente polarizzazione che ha diviso il Paese tra i sostenitori dell’attuale vicepresidente e i suoi detrattori, dopo che la Procura ha chiesto una pena di dodici anni di prigione e l’interdizione perpetua dagli uffici pubblici per accuse di corruzione avvenuta durante il periodo in cui ha governato l’Argentina (2007-2015). In seguito alla richiesta di condanna, centinaia di sostenitori di Fernández de Kirchner hanno stazionato da giorni nei pressi della sua residenza.

Il  presidente argentino Alberto Fernández  è intervenuto sulla rete nazionale dicendo che è il fatto “più grave” dal ritorno della democrazia. “Rimane in vita perché per una ragione non ancora confermata tecnicamente l’arma che aveva cinque proiettili non ha sparato nonostante sia stata innescata”.

Immediate le reazioni degli ambienti politici argentini e internazionali. L’opposizione Juntos por el Cambio ha chiesto un’indagine sui fatti, mentre l’ex presidente di centro destra Mauricio Macri ha twittato “il mio assoluto ripudio all’attacco subito da Cristina Kirchner, che fortunatamente non ha avuto conseguenze per il vicepresidente. Questo fatto molto grave richiede un immediato e profondo chiarimento da parte della giustizia e delle forze di sicurezza”.  Il blocco dei senatori del Frente de Todos, che sorregge il governo, ha tenuto una conferenza congiunta. “Abbiamo ripudiato il fatto e siamo solidali con la vicepresidente”, ha detto il deputato Sergio Palacio.

Il venezuelano Nicolás Maduro ha pubblicato un messaggio di solidarietà su Twitter. “Abbiamo inviato la nostra solidarietà alla vicepresidente CFK, di fronte all’attacco alla sua vita. Ripudiamo vigorosamente questa azione che cerca di destabilizzare la Pace del fratello popolo argentino. La Patria Grande è con te compagna! #FuerzaArgentina #FuerzaCristina”, ha scritto. Il Movimento di Partecipazione Popolare e il Frente Amplio in Uruguay hanno condannato l’incidente.

Dall’Ecuador, il presidente Guillermo Lasso ha inviato un messaggio di solidarietà, mentre ha espresso il suo rifiuto contro l’odio e la violenza. Anche il cubano Miguel Díaz-Canel ha espresso il suo sgomento dopo l’attacco subito dall’ex presidente argentina. Dal Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva ha inviato “tutta” la sua “solidarietà alla collega Cristina Fernández de Kirchner, vittima di un criminale fascista che non sa rispettare le divergenze e la diversità”.

“Cristina è una donna che merita il rispetto di qualsiasi democratico del mondo e grazie a Dio è stata illesa”, ha aggiunto l’ex presidente e leader del Partito dei Lavoratori.

Solidarietà anche dal presidente boliviano Luis Arce, ha anche inviato il suo messaggio alla vicepresidente e alla sua famiglia. E da parte di Evo Morales. Il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, ha chiesto che il caso sia chiarito e ha ribadito il suo rifiuto della violenza. Il presidente cileno Gabriel Boric, ha condannato l’attacco contro la vicepresidente, e da Lima, il presidente peruviano Pedro Castillo si è unito all’ondata di condanne internazionali contro l’attacco. Allo stesso modo, l’ex presidente, Rafael Correa, ha espresso la sua solidarietà con Kirchner. Amnesty International ha affermato che “ripugna l’attacco subito dalla vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner”.