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Gustavo Petro potrà contare su una solida maggioranza per attuare il suo piano di riforme da quando entrerà in carica il prossimo 7 agosto. Lo schieramento che lo appoggia conta infatti 63 senatori su 108 e 106 dei 188 rappresentanti alla Camera. La cosa non era scontata, visto che l’ex guerrigliero nelle elezioni legislative di marzo, due mesi prima delle presidenziali, aveva ottenuto per il suo Pacto Historico un risultato positivo con venti senatori e ventotto deputati, ma non certo sufficiente a garantirgli la maggioranza delle assemblee legislative.

Da subito alcune formazioni affini si erano dichiarate alleate del neo presidente, che ha potuto contare sull’Alleanza Verde e su Comunes, il partito espressione dell’ex guerriglia delle FARC, che ha diritto a cinque seggi in entrambe le Camere. Ma è stato solo il lungo lavoro di incontri con le forze politiche presenti nel legislativo che ha consentito a Petro di tessere quelle alleanze che ora gli hanno garantito una solida maggioranza. In questo Petro è stato favorito dalla grande popolarità di cui gode nel Paese.

La sua prima grande vittoria è arrivata la scorsa settimana, il 13 luglio, quando il Partito Liberale ha annunciato che avrebbe fatto parte della coalizione di governo. Petro e il segretario del Partito Liberale, César Gaviria, avevano avuto diversi scontri prima delle elezioni presidenziali. Spingendo Gaviria su posizioni opposte rispetto a quelle del presidente eletto, nonostante alcuni esponenti del Partito Liberale, membri del Congresso, avessero già deciso di appoggiare il Pacto Historico. Ma dopo la vittoria alle presidenziali, tutto il Partito si è schierato a suo favore, portando a Petro quattordici seggi al Senato e trentatré  alla Camera dei Rappresentanti. Numeri non ancora sufficienti per dargli la maggioranza parlamentare per poter governare con tranquillità, anche se poco mancava.

Finché ieri sera è giunto l’accordo con Dillian Francisca Toro, una ex senatrice che attualmente guida il partito La U, fondato con l’apporto all’ex presidente Álvaro Uribe nel 2006, il grande avversario politico di Petro, e sostenitore in passato dell’ex presidente Santos, che ha deciso di entrare nella maggioranza del neopresidente impegnata ad attuare le riforme promesse durante la campagna elettorale.

Dopo l’incontro con Petro, l’ex senatrice Toro ha dichiarato che “il raggiungimento di un grande accordo nazionale per i dimenticati deve unirci come Paese”. Mentre devono ancora decidere come schierarsi altre formazioni politiche – la legge colombiana da loro tempo fino al 7 settembre per stabilire se essere indipendenti, opposizione o maggioranza-  si è dichiarato apertamente all’opposizione il Centro Democratico guidato dall’ex presidente Álvaro Uribe, che ha tredici senatori e sedici rappresentanti alla Camera. Anche Rodolfo Hernández – sconfitto al secondo turno occuperà un seggio al Senato per essere il secondo candidato presidenziale più votato – ha lasciato intendere che opterà per l’opposizione.