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Il Brasile vive il suo più tragico momento dallo scoppio della pandemia con una media di 2200 morti al giorno e con picchi di oltre 2800 decessi negli ultimi settembre e di 3251 ieri. La quantità di morti ha raggiunto quasi i trecentomila, mentre i contagiati sfiorano i dodici milioni.

In un anno di pandemia hanno già superato le vittime di Aids registrate negli ultimi 23 anni che dal 1996 al 2019 sono 281.156. La media annua di vittime causate dalla sindrome da immunodeficienza acquisita in terra brasiliana oscilla tra le 10mila e le 12mila.

Con il palese intento di rassicurare i suoi concittadini, il presidente Jair Bolsonaro, il cui operato è giudicato negativamente dal 54 per cento della popolazione in un recente sondaggio di Datafolha, è uscito ieri affermando che il suo Paese sta costituendo un esempio nella gestione della crisi del COVID-19.

Secondo l’attuale presidente “Il Brasile sta dando esempio. Siamo uno dei pochi Paesi che sta all’avanguardia nella ricerca di soluzioni.” Nel frattempo il sistema ospedaliero è praticamente al collasso con un’occupazione delle terapie intensive che ha raggiunto il 90 per cento in quasi tutti gli Stati, mentre sono molte le associazioni di medici che denunciano scarsità di medicinali e di ossigeno necessari a curare i pazienti.