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Sono almeno ventotto milioni i brasiliani che hanno pagato sulla loro pelle la decisione con la quale il presidente Jair Bolsonaro ha deciso di mettere fine all’accordo con il governo dell’Avana sui medici cubani, sottoscritto nel 2013 dall’allora presidente Dilma Rousseff. Il programma, conosciuto col nome di Mais Médicos, prevedeva il trasferimento di medici cubani in Brasile e ha avuto il risultato di aumentare la copertura sanitaria primaria portandola dal 59,6 al settanta per cento della popolazione nel 2018, secondo quanto riportano i dati dell’Organizzazione Panamericana della Salute.

Una collaborazione che fin dall’inizio non è piaciuta a Bolsonaro, su cui, una volta entrato in carica, ha deciso di mettere la parola fine con la motivazione che i medici lavoravano in condizioni di semi schiavitù, con circa il settanta per cento del loro salario trattenuto dal regime castrista che in questa maniera poteva contare su una fonte non indifferente d’ingresso di valuta nell’isola. Una boccata di ossigeno che agli occhi del presidente brasiliano permetteva al governo comunista di mantenersi al potere. https://ytali.com/2019/06/13/brasile-la-criminale-decisione-di-cacciare-i-medici-cubani/