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Di ritorno dalla sua visita di giovedì scorso a Santiago del Cile dove la sua fama di difensore della dittatura cilena aveva spinto i deputati dell’opposizione a chiedere al presidente Sebastian Piñera di dichiararlo persona non grata per i suoi “chiari incentivi a discriminare classe, genere e orientamento sessuale” e “per non difendere la democrazia e sostenere la tortura” e “per incitamento all’odio e alle violazioni dei diritti umani”, Jair Bolsonaro ha ieri ordinato al ministero della Difesa di organizzare “celebrazioni appropriate”per i 55 anni del colpo di stato militare in Brasile.

Al suo arrivo nella capitale cilena e con l’intento di sopire le polemiche, il nuovo presidente brasiliano aveva dichiarato di non essere venuto per parlare di Pinochet, rispetto cui “ci sono un sacco di persone a cui piace, e persone alle quali non piace”.

Anche la sua posizione riguardo al regime militare che ha governato il Brasile dal 1964 al 1985 non è certo una novità, avendo egli spesso negato che si sia trattato di un colpo di stato, quanto piuttosto di un “regime con autorità”.

E in passato si è anche spinto a difendere apertamente il colonnello Carlos Alberto Brilhante Ustra, riconosciuto dalla giustizia di São Paulo come torturatore, definendolo “eroe brasiliano”.

Espressione di un regime che la Commissione della Verità, incaricata di indagare sui generali al potere, ha riconosciuto responsabile di 434 uccisioni e di numerose sparizioni di persone, di cui solo 33 corpi sono stati localizzati.

L’anniversario del colpo di stato militare che depose l’allora presidente João Goulart cade il 31 marzo, ed ha inaugurato una dittatura durata ventuno anni, durante i quali il parlamento è stato chiuso, non si è eletto nessun presidente e si è introdotta la censura sulla stampa.

Ora le celebrazioni della ricorrenza che saranno organizzate dai singoli comandanti militari all’interno delle rispettive guarnigioni, non essendo previsto un qualsiasi atto ufficiale nel Palazzo di Planalto a Brasilia.  

Alla fine è intervenuta la magistratura brasiliana che ha respinto il provvedimento del presidente Bolsonaro di “commemorare” il golpe del 1964, perché “festeggiare un colpo di stato è incompatibile con lo Stato di diritto” perché “senza possibilità di dubbio o di revisionismo storico, esso comportò una rottura violenta e antidemocratica dell’ordine costituzionale”.